ALTARE dELL’ADORAZIONE DEI MAGI

CENNI STORICI 

L’ esistenza di un altare o cappella dell’Apparizione (poi detta “dell’Epifania”) a già testimoniata nel 1583, in occasione della visita di Mons. Galasso, che ne attribuisce la proprietà alla famiglia De Longis (Longo).

Nel 1604 l’altare appariva nudo e abbandonato: Il Vescovo, nel corso della stesso secolo, lo sottrasse ai padroni. Subentro nella proprietà la famiglia Claccio quando un suo componente, don Sabato, promise che la sua famiglia avrebbe provveduto entro un anno a sistemare la cappella e dotarla dell’arredo necessario alle celebrazioni.

Con Bolla del 13 febbraio 1714 fu nominato cappellano il sacerdote don Carmine Laurino.

A seguito di una delle trasformazioni architettoniche che la chiesa subi durante il primo Settecento, vale a dire un ampliamento nel senso della lunghezza, si determinò un riposizionamento della cappella.

A fine Ottocento la cappella dell’Epifania di Nostro Signore Gesù Cristo” era ancora di jus patronato della famiglia Ciaccio.

Foto allegorie

ALLEGORIE

Prosegue  il nostro itinerario tra le Allegorie, interpretando le immagini femminili che sovrastano l’altare dell’Adorazione dei Magi. A sinistra spicca la Croce, a destra il classico elemento vegetale, molto simile a una rosa. Assistiamo a un affascinante corto circuito tra Presente e Futuro, evidenza e predestinazione. La Croce stigmatizza il tragico sacrificio di sangue del Nascituro, mentre la rosa, nell’iconografia mariana, rappresenta proprio il Bambinello, puro come un bocciolo colto dall’hortus/grembo di Maria…. Candidamente sorpreso nell’atto di adorazione dei Tre Re.

Foto tela

TELA MAGI

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