ALTARE DI S. AGNELLO GIA’ ALTARE di S. CATERINA

CENNI STORICI

Nella Visita Pastorale del 1583 Mons. Galasso attestava la presenza, nella Chiesa Parrocchiale di Pisciotta, di un “altare” di S. Caterina, di jus patronato della famiglia Grassi [Grasso, de Grassis). Ne era cappellano don Tommaso Marsicano. La fondazione della cappella si deve a Cesare Grasso, cui successe nella proprietà l’erede Alfonso Grasso, quindi sua figlia Anna, la quale sposo Tommaso Pappafico di Roccagloriosa

La cappella fu visitata da mons. De Pace nel 1686: vi era posta una statua dorata e vi ardeva sempre una lampada; ospitava una sepoltura. La cappella era chiusa da una cancellata cui era appesa una campanella. Il cappellano era don Cristoforo Vetere.

Alla morte di Anna Grasso, lo jus patronato passò ai figli Gennaro, Giulio e Apollonia Pappafico e iI nuovo cappellano da essi nominato fu don Giulio del Vecchio di Rofrano.

La cappella, visitata da mons. De Nicolai nel 1716, aveva bisogno di restauri e di arredi, e di una nuova immagine: d. Andrea Mandarano s’impegnò a provvedervi.

Nel 1724 nuovo cappellano fu il chierico Giovan Tommaso Pappafico, di Sanza:

Nel 1734 erano compadroni della cappella il cappellano rev. Don Tommaso Pappafico, che viveva a Sanza, ed i cugini, il chierico don Fortunato Pappafico e suo fratello Fabrizio, che vivevano a Roccagloriosa.

Nel 1746 la cappella, intitolata a “S. Caterina e S. Teresa”, fu visitata da mons. Raimondi, che la trovo decentemente ornata. Padrone di essa era ancora Nicola Mandarano. Davanti alla cappella era posta una fossa sepolcrale “de’ signori Ciacci” in cui, nella seconda metà del Settecento, furono seppelliti diversi membri della famiglia Mandina Quando avvennero le ultime definitive trasformazioni della Chiesa Parrocchiale, la cappella, come la maggior parte delle altre, fu ricostruita più indietro, addossandola al muro esterno della navata laterale

foto quadro santa caterina

Sull’altare era posto un dipinto, attualmente presente nel museo parrocchiale, che porta in basso una scritta in rosso:

“Questo altare della famiglia dei Pappafico, dedicato a S. Caterina Martire, per il quale don Giulio Pappafico senior aveva stabilito per decreto un sicuro reddito annuo sui propri averi affinchè mai uscisse dall’ambito del casato e della sua famiglia, ormai deperito per il lungo andare del tempo, Giulio Pappafico, dottore nell’uno e l’altro diritto, nella qualità di figlio del figlio del pronipote e regio deputato nella città (Napoli), unico titolare dell’asse ereditario del benemerentissimo trisavolo, restaurati a sue spese gli stucchi e il quadro della santa, lo riconsegnò più Elegante e più fornito del necessario [arredo] nell’anno della Salvezza del Redentore 1789”

Nel 1838 la cappella divenne proprietà delle famiglie Pagano e Sacchi, che avevano acquistato gli immobili della famiglia Pappafico.

L’altare dedicato alla statua patronale dell’amato Sant’Agnello Abate si fregia di figure baroccheggianti, riccamente decorate da fiori e festoni. Oltre alla già citata torre ( segno di sapienza, ma anche superamento della Babele del peccato) i mascheroni e uno specchio infittiscono la rete dei significati cristiani. Mostri e maschere, sin dall’arte ellenica, venivano utilizzati come mezzi di difesa contro il Male, mentre lo specchio è allegoria di Prudenza e Verità. Nonostante il simulacro del Santo Patrono sia stato inserito di recente, esso ben si adatta al gioco simbolico suggerito sul timpano: Agnello ebbe una vita tribolata e, al contempo, segnata da una profonda trasparenza inferiore. Lottatore contro il male e specchio di virtù.

ALLEGORIE

L’anno 1890 si decide di istituire a Pisciotta la festa di S. Aniello, che si celebrerà per la prima volta il 9 agosto dell’anno successivo. A dire il vero, a suggerirla non è il fervore religioso, sebbene la devozione per il Santo sia particolarmente sentita, ma la ripicca di alcuni pisciottani che, ritenendosi in più occasioni offesi dagli abitanti di Rodio – frazione di Pisciotta in cui il culto ha radici molto antiche – non vogliono più recarvisi per pregare il Santo.

Dopo alcune risse tra rodiani e i musicanti di Pisciotta e dopo che fu negato un “posto baracca” ad un commerciante di Pisciotta in occasione della fiera che si svolgeva ogni anno a Rodio e che richiamava tutta la popolazione dei comuni limitrofi, i pisciottani decisero di far realizzare l’attuale statua.

Da alcune lettere ritrovate dal professore Massimino Iannone e riportate nella sua pubblicazione “Lettere dalla soffitta” si legge la descrizione dell’evento fatta ai parenti emigrati in Ameri “… la mattina del 6 agosto tutta Pisciotta era abbasso la Stazione congregata, dove assistette o meglio assistemmo alla benedizione del Santo nuovo arrivato, e poi processionalmente con Clero, Congregazione nostra (la confraternita del Carmine)  e musica si sfilo per la via del Mulino alla volta di Pisciotta.

I rodiani, restarono stupiti a quella scena veramente commovente. Restava ancora un punto dove i Rodiani potevano farsi forti, cioé quello che dai parecchi mesi lavoravano alacremente per costruire un cappellone, che secondo loro doveva essere una meraviglia. Anche questo fu vinto. Si uni una commissione di tutti gli Anielli, i quali spendendo del loro e porzione dal popolo fecero costruire una prospettiva, dove quasi tutti i falegnami lavorammo che c’era da guardare. Più bella sarebbe stata se la brevità del tempo assegnato per celebrare la festa, non avesse vietato far venire un apparatore. Fu disegnata da Vito Fedullo. Il giorno 9 fu celebrata la festa, e fu una di quelle che mai avevamo visto l’uguale

Il giorno della festa sarà definitivamente fissato, dopo qualche anno, per il 10 agosto, La festa, che entra presto nel cuore dei pisciottani, presumibilmente ne la sparire un’altra, che si celebrava nello stesso mese di agosto, dedicata a S. Fedele e caratterizzata da una grande fiera. Nell’anno 1908 sarà costituita la Confraternita di S. Aniello.

Propriamente il nome del santo è Agnello, ma comunemente viene indicato con Aniello ed alla stessa maniera sono iscritti all’anagrafe i bambini cui si vuol dare il nome del Santo.

TRAILER Donato Bianco processione 10 agosto

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