CAPPELLA della BEATA VERGINE DELLE GRAZIE (ALTARE MAGGIORE)

La cappella “è propriamente quella che sta nel nicchio dentro il Coro”, sopra l’altare maggiore. Fu voluta dal rev. Don Giuseppe Trama e realizzata, nel gennaio del 1715, dal marchese di Pisciotta don Salvatore Francesco Pappacoda.

Fu fatta costruire con fondi della Corona direttamente, fatto questo assolutamente singolare che va messo in relazione alla presenza della famiglia Pappacoda nel Consiglio di Reggenza e nel Consiglio di Stato[1] e comunque aveva larga considerazione a Corte e che, oltre a sollecitare la realizzazione di una Chiesa architettonicamente di rilievo, pensò di arricchirla con statue (Madonna delle Grazie, Santi Pietro e Paolo, tutte statue provenienti dalle cappelle reali)

Giuseppe Pappacoda fece parte sia del Consiglio di Reggenza che del Consiglio di Stato mentre il fratello Salvatore Francesco nato a Pisciotta il 28 giugno 1688, successe nel 1723 al genitore nei beni e nei titoli familiari e fu il secondo principe di Centola. Si impose sulla scena politica napoletana all’avvento di Carlo di Borbone.

L’Altare Maggiore fu anche oggetto delle attenzioni di papa Leone XII: con una bolla del 1° ottobre 1826 il pontefice concedeva l’Indulgenza e la liberazione dalle pene del Purgatorio per le anime a favore delle quali si fosse celebrata una Messa dei Defunti su detto altare.


[1] Ferdinando I di Borbone, discendente in linea diretta del Re Sole, nacque nel Palazzo Reale di Napoli il 12 gennaio 1751 da Carlo di Borbonere di Napoli e di Sicilia, e da Maria Amalia di Sassonia. Il suo destino fu tuttavia cambiato da due importanti eventi. Nel 1759 suo zio Ferdinando VI, re di Spagna, morì senza lasciare eredi. Come conseguenza, Carlo assunse la più prestigiosa corona di Spagna, portando con sé Carlo Antonio quale successore. Dato che il primogenito Filippo era stato escluso dalla successione perché menomato psichico, la partenza per la Spagna del re e del delfino mise Ferdinando nella inopinata posizione di essere l’erede al trono di Napoli.

La partenza del padre e del fratello maggiore per la Spagna portarono dunque Ferdinando I al trono di Napoli e a quello di Sicilia a soli otto anni. Data la minore età del sovrano, gli si affiancò un Consiglio di Reggenza,¡.

Tra le iniziative di governo intraprese in questo periodo va ricordata l’istituzione del centro di selezione equina di Serre (1763), finalizzata a rinsaldare le tradizioni cavallerizze napoletane e che diede origine a una stirpe di robusti cavalli, valorizzati anche durante il periodo francese. Dal 1765 Ferdinando iniziò a partecipare alle sedute del Consiglio.

Il Consiglio di reggenza si trasformò in Consiglio di stato, con funzioni consultive, al raggiungimento della maggiore età di Ferdinando il 12 gennaio 1767, con il compimento del sedicesimo anno d’età.

MADONNA – FOTO E SPIEGAZIONE STATUA

Ferdinando I di Borbone, discendente in linea diretta del Re Sole, nacque nel Palazzo Reale di Napoli il 12 gennaio 1751 da Carlo di Borbonere di Napoli e di Sicilia, e da Maria Amalia di Sassonia. Il suo destino fu tuttavia cambiato da due importanti eventi. Nel 1759 suo zio Ferdinando VI, re di Spagna, morì senza lasciare eredi. Come conseguenza, Carlo assunse la più prestigiosa corona di Spagna, portando con sé Carlo Antonio quale successore. Dato che il primogenito Filippo era stato escluso dalla successione perché menomato psichico, la partenza per la Spagna del re e del delfino mise Ferdinando nella inopinata posizione di essere l’erede al trono di Napoli.

La partenza del padre e del fratello maggiore per la Spagna portarono dunque Ferdinando I al trono di Napoli e a quello di Sicilia a soli otto anni. Data la minore età del sovrano, gli si affiancò un Consiglio di Reggenza,¡.

Tra le iniziative di governo intraprese in questo periodo va ricordata l’istituzione del centro di selezione equina di Serre (1763), finalizzata a rinsaldare le tradizioni cavallerizze napoletane e che diede origine a una stirpe di robusti cavalli, valorizzati anche durante il periodo francese. Dal 1765 Ferdinando iniziò a partecipare alle sedute del Consiglio.

Il Consiglio di reggenza si trasformò in Consiglio di stato, con funzioni consultive, al raggiungimento della maggiore età di Ferdinando il 12 gennaio 1767, con il compimento del sedicesimo anno d’età.

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