CAPPELLA MONTE DEI MORTI

Foto altare

CENNI STORICI E STEMMI

la prima citazione del Monte dei Morti in un atto del 1663 con il quale la Marchesa di Pisciotta Livia Gesualdo, madre del feudatario Domenico Pappacoda, aveva concesso un prestito ad una vedova pisciottana per consentire di costruire una casetta al Borgo, non volle per sé gli interessi, pari a 12 carlini annui, ma ne fece dono “ad Montem Mortuorum hac Terro Pisciotte in sacello Sancte Marie Presepio, sito et deposito intus parochialism Ecclesiam Sancti Petri – primo altare del Monte dei Morti fu dunque eretto per devozione dei cittadini in prossimità dell’altare del Presepe, nella cripta,

Venne poi innalzato un edificio sopra il cimitero, esternamente alla Chiesa Parrocchiale e, raggiunto il livello della chiesa, vi si realizza un’ampia cappella, intitolata Maria dei Sette Dolori, che mons. De Nicolai, nella Visita Pastorale del 1716 autorizza il trasferimento in essa del Monte de Morti.

Che la cappella fosse originariamente esterna alla chiesa è evidente, se si tiene conto che il suo asse longitudinale non è perpendicolare a quello della chiesa – elemento architettonico assolutamente inimmaginabile nel caso la costruzione fosse stata pensata e realizzata per integrarla alla chiesa principale.

11 24 giugno 1725 nella cappella fu solennemente “fondata, istituita ed eretta dall’arciprete don Costantino Sannella, con beneplacito del vescovo di Capaccio don Rosario Riccio Pepoli, la “Confraternita Dei Sette Dolori della Beata Maria Vergine

L’edificio sacro, durante la Visita Pastorale del 1746 di mons. Raimondi, fu de scritto elegante nella struttura, con copertura a volta, ricco di decorazioni in gesso: sul fondo era l’altare ed in alto una nicchia, chiusa da una finestra con vetro, nella quale era la statua lignea della Beata Maria Vergine. La cappella conteneva altri tre piccoli altari, uno di S. Anna, un altro di S. Gaetano e il terzo di S. Sofia

Moltissimi sono i documenti cheriportano donazioni a favore della cappella sicuramente la più considerata tra quelle interne alla chiesa: la paura della morte, l’affanno per garantire alla propria anima la salvezza eterna, trovavano nella Beata Vergine dei Sette Dolori la mediatrice più appropriata cui offrire propri beni per assicurarsene i buoni servigi.

In occasione della Visita Pastorale  del 1884. Mons. Maglione trovo la cappella del Monte dei Morti provvista di un nuovo altare maggiore in marmo, che consacrò, ed altri tre altari, uno di S. Lucia V. e M. con statua in cartapesta, un altro di S. Francesco d’Assisi con una bellissima immagine dipinta su tela, una nicchia dedicata a S. Antonio da Padova.

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